Simile ad un messaggio in una bottiglia alla deriva tra le onde
del mare, questo libro sembra conte- nere le indicazioni per raggiungere
un tesoro.
Qualcuno, leggendolo, potrebbe decidere di mettersi alla ricerca
della preziosa magia, dei poteri di guarigione e di autoguarigione,
delle gioie e delle armonie, degli incantesimi e delle percezioni
sottili che in esso sono descritti.
E chi sarà mai la Vecchina del Bosco, autrice del manoscritto
originale?
Qualche benpensante potrebbe ritenerla una semplice donna di campagna,
legata a certe vecchie superstizioni e diffidenze, per man-
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canza
di cultura, nei confronti delle comodità del progresso; altri
potrebbero vedere in lei un’inquietante fattucchiera, intenta
a rimestare in calderoni fumanti chissà quali misteriose
pozioni. Ma potrebbe anche essere
considerata una sopravvissuta di un mondo ormai quasi
del tutto dimenticato ed il suo scritto acquisire il
valore di testimonianza di una conoscenza che, qualche
migliaio di anni fa, era patrimonio di molte persone
in ambito femminile. Conoscenza che, con il passare del tempo, venne mano
a mano dimenticata ma non da tutti, forse qualcuno la
coltivò così da permettere che essa sopravvivesse
all’oblio in cui il mondo occidentale moderno
ha sempre cercato di confinare il modo di pensare e
le concezioni arcaiche.
Potrebbe però anche darsi che la progressiva
snaturazione dell’animo femminile, imposta dal
modo di vivere di oggi, faccia sì che tale arcaico
sapere femminile, trasmesso per secoli da donna a donna,
possa un giorno essere dimenticato.
Questo libro parla di uno sconfinato amore per la natura
non contaminata, per i boschi non tagliati, per gli
animali selvatici che vivono liberi nel proprio elemento;
afferma che da un grande amore per Madre Natura potevano
scaturire, in tempi neanche tanto lontani, emozioni,
stati di benessere, di forza e di potenza probabilmente
simili a quelli conosciuti dalle Sacerdotesse e dalle
antiche sciamane dell’occidente.
Se donne come la Vecchina del Bosco esistessero ancora,
seppur nel segreto, nell’isolamento e nell’incomprensione
da parte della quasi totalità delle persone di
oggi, una via rimarrebbe forse aperta, anche se difficilissima
da individuare, per cercare di ritrovare la magia femminile
originaria.
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Nata a Milano nel 1964,
Barbara Fiore si è laureata in Filosofia presso
l’Università di Pavia, specializzandosi
poi negli Stati Uniti in Letteratura Inglese.
Si è occupata con grande impegno ed attenzione
del mondo delle fiabe, in particolare di quelle relative
all’area celtica, dedicandosi anche all’attività
di traduttrice.
Saggistica - formato 15x21 - pagg. 238 - prezzo euro 22,00 - ISBN 978-88-97842-05-7
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