Il pianeta del nulla
testo di Francesco Porzio
dipinti di Fulvio Martini

“Attratti come sono dai sentimenti falsi, gli yugwgnum tendono a esercitare attività conformi a tale propensione. E poiché i sentimenti falsi conducono ad azioni e parole vuote, essi hanno costruito una civiltà fondata sul nulla. Tale civiltà sta per avere il sopravvento su tutto il pianeta, trasformandolo così in un pianeta del nulla.”

“Nelle campagne e sulle rive del mare lo yugwgnum ha distrutto o danneggiato non soltanto ogni residuo di bellezza naturale, ma anche quello che civiltà meno imbarbarite avevano costruito in armonia con l’ambiente.”


“Come sai, qui ha prevalso un tipo di scimmia glabra di scarsa intelligenza.
Il suo predominio è paragonabile all’estensione di un tumore maligno, che ha prodotto danni irreparabili al pianeta. Non appena ne ha avuta la possibilità, questa specie molto pericolosa (a proposito, perché diavolo li chiamiamo yugwgnum?) ha cominciato a distruggere tutto ciò che incontrava. Dapprima la sua furia si è rivolta contro gli “animali” (così essi chiamano le altre creature, di gran lunga meno feroci) e contro gli individui della stessa specie, poi contro il pianeta stesso.”

“Per mantenere vivo il culto del denaro e per rinnovare il rito dell’acquisto bisogna che i beni non durino troppo a lungo. Perciò essi vengono programmati in modo che dopo un po’ diventino inservibili. Ciò produce un grande accumulo di rifiuti che ha già coperto buona parte del pianeta. È davvero una bizzarria questa degli yugwgnum: la maggior parte dei beni tanto desiderati contiene un timer regolato in modo che dopo un certo tempo
l’oggetto si rompa o diventi inutilizzabile! Così il bene viene a mancare, se ne ordina subito la sostituzione e il rito può essere ripetuto infinite volte.”

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